L’avventura dell’Elba si è conclusa…. Ieri siamo rientrate a casa. Un sogno …. una piccola avventura che non pensavo sarebbe stata così emozionante. È stata una bella prova emotiva, fisica e mentale. La compagnia scelta è stata eccellente.

Una giusta combinazione, due donne tenaci e determinate….

Nel momento in cui sono salita sul traghetto diretta all’isola d’Elba, FB mi ricordava che lo stesso giorno del 2018 stavo andando all’Elba … è stata una strana sensazione …  le coincidenze …. Poi ho pensato beh questa vacanza è solo MIA e cosi è stato, ho avuto i miei tempi, le modalità che volevo io, ho fatto quello che volevo come volevo e mi sono sentita libera…

Ho assaporato tutto, gli odori, i colori, il vento, i panorami, ho riso, mi sono preoccupata, mi sono divertita.

L’isola mi è sembrata più bella, i panorami mozzafiato. Siamo state fuori dal mondo per quattro giorni.

Era un’avventura che volevo fare da tempo, era un progetto che stava li nel cassetto… La traversata integrale dell’isola d’Elba in tenda, senza appoggi, strutture per dormire o per mangiare.

Non scendere mai ai paesi e avere tutto il necessario nello zaino acqua compresa, per l’intera traversata.

Per fare questa cosa l’unica compagna di viaggio a cui avevo pensato e che sapevo mi avrebbe detto subito di si era Emanuela.

Un’amicizia giovanissima la nostra, non avevamo fatto nulla sino ad ora di questo tipo insieme, avevamo alle spalle solo qualche uscita in montagna di un giorno e un rapporto di lavoro iniziato solo da tre mesi…. Direte voi…. Mah …. un azzardo??? Forse, ma qualcosa in cuor mio mi diceva che avrebbe funzionato tutto benissimo. Quando si dice ascoltare il cuore…. Proprio così…

Non faccio in tempo farle la proposta che in poche ore parte la fase organizzativa ….

La scelta di aprile ovviamente per vedere l’isola nel pieno del suo risveglio naturale … i fiori, i colori, le temperature e l’idea di poter mettere a bagno i piedi nel mare (l’unica cosa che non siamo riuscite a fare ahahahah!!)

Chiudo lo zaino e lo peso …. 20 kg c’è tutto dal cibo a tutta l’attrezzatura necessaria per non parlare dei cinque litri di acqua a testa.  Ovviamente per arricchire la traversata decidiamo di metterci dentro anche l’ascesa al Monte capanne La vetta più alta dell’isola (1019 mt slm) e fare anche la ferrata per scendere dal lato opposto della salita. Perciò metto dentro anche l’attrezzatura per la ferrata.

Siamo partite con la Panda di Emanuela dirette a Piombino eravamo elettrizzate all’idea di stare fuori dal mondo in piena solitudine…

Il primo intoppo: a piombino mare mosso, aliscafo annullato, quindi aspettiamo qualche ora e saliamo sul traghetto diretto a Porto, ma il nostro punto di partenza è Cavo…. Bene all’arrivo sull’isola ci aspetta quindi la prima variante: prendere un pullman (cosa che sull’isola d’Elba non è molto semplice) e mettere piede a Cavo per partire dal punto preciso e ufficiale della traversata…. Ricordate l’inizio del racconto? due donne tenaci e determinate…. Appunto!

Il nostro trek inizia quindi con circa tre ore di ritardo sulla tabella di marcia ma siamo determinate a fare tutta la tappa che avevamo in progetto, cosi con gli zaini sulle spalle inizia l’avventura ma non ci facciamo prendere dall’ansia e assaporiamo ogni passo, piante mai viste, ci fermiamo ad ammirare alcuni ruderi lungo il sentiero, ammiriamo il mare dall’alto, e mentre il sentiero sale e scende iniziamo a mettere km sulle gambe e ovviamente dislivello… in testa ho solo un pensiero razionare l’acqua fa caldo ma mi riprometto di non bere molto per non consumare quella che abbiamo. Poi arrivate in prossimità di un bosco decidiamo di trovare un punto per piazzare la tenda… siamo alla valle del Botro, non era il punto che avevamo stabilito ma con tre ore di ritardo sulla tabella di marcia meglio di cosi non si può fare.. ovviamente Emanuela vuole un posto più nascosto possibile, come se qui passasse chissà quanta gente…. Va bene l’accontento e ci montiamo la tenda dietro a dei cespugli.

Prima notte in tenda e prima cena che meraviglia… siamo felici solo per questo…. Abbiamo fatto 17 km e 1000 mt di dislivello, come inizio niente male

Si riparte il giorno dopo con una bella sveglia alle 7.00 colazione e smontaggio del campo… devo dire che i nostri pasti disidratati non sono niente male… Emanuela è nuova a questi cibi e sembra sia sopravvissuta alla cena e ha approcciato bene anche la colazione. Riprendiamo il nostro cammino, il panorama è meraviglioso e soprattutto sento i profumi degli alberi, del rosmarino, il cielo è azzurro e il tempo tiene bene.

Anche oggi ci aspetta una lunga tappa, dobbiamo arrivare alla base della salita per il monte capanne.

I km sono tanti, questa tappa è molto articolata e il sentiero cambia spesso il suo aspetto, passando da una gola molto stretta, sembra quasi scavata dalle piogge, ad un tratto aperto per poi salire ripidamente in un bosco facendoci cosi guadagnare la vetta del monte Perone, e arrivando cosi al punto che ci eravamo prefissate. Ben 27 km con 1200 mt di dislivello. Nel frattempo si è alzato un forte vento percui dobbiamo trovare un punto riparato per montare la tenda, ah ovviamente nascosto per far contenta Emanuela… Al passo dove eravamo arrivate c’è una bellissima casetta di legno, un rifugio di emergenza… ma per Emanuela è troppo in vista 😊 cosi dopo aver girato in lungo e in largo un tratto boscoso ma molto accidentato sul calar del sole Emanuela trova un punto dove c’è un sentiero per non vedenti… e mi dice: ci possiamo mettere qui tanto è buio non passerà nessuno fino a domani mattina… va bene!!! Tiro giù lo zaino e montiamo il campo ovviamente non vi dico le risate per la situazione, immaginate una piccola tendina montata esattamente sulla pavimentazione creata per i non vedenti. Per fortuna è buio!!!!

Siamo in tenda, gonfiamo subito i materassini apriamo i sacchi a pelo ci prepariamo per la notte, mettiamo su la cena iniziamo a mangiare e dopo cinque minuti sentiamo picchiettare sulla tenda….. Mio Dio questa è pioggia!!!!  La tenda con cui siamo partite … meglio che non ve lo dico che tenda è… ok ve lo dico… una tenda vecchissima di Massimo che quando l’abbiamo aperta prima di partire abbiamo capito subito che non avrebbe retto nemmeno l’umidità della notte… ma poi ci siamo dette vabbè ma sono tre notti ti pare che troveremo tempo brutto?!!?? Dai usiamo questa non possiamo pensare di comprare una tenda a ridosso della partenza… ahahahahahah!!!! Bene e ora che si fa se piove durante la notte? In tre minuti sarà tutto bagnato…. Ci guardiamo negli occhi e senza nemmeno dirci una parola in un minuto siamo fuori con gli scarponi ai piedi la frontale in testa in calzamaglia tiriamo su la tenda come se fosse una brandina con tutte le cose dentro di corsa ci dirigiamo verso il rifugio di emergenza che avevamo visto arrivando. Cii ripariamo subito sotto l’ampia tettoia che già cosi bastava… ma per Emanuela eravamo troppo in vista, allora mi dirigo alla porta e…… si apre….  Dentro una bella stanza quadrata e completamente vuota…. Ottimo ci infiliamo dentro con tutta la tenda ahahahahahah!!! No vabbè provate a pensare quanto abbiamo riso!!! Messo il blocco alla porta per far dormire serena Emanuela, finalmente siamo di nuovo nel sacco a pelo, si dorme!!

Terzo giorno, lasciamo il nostro meraviglioso Rifugio di Emergenza in tutti i sensi e partiamo alla volta del monte Capanne, il vento non si è fermato, il primo tratto è subito ripido cosi ci scaldiamo in fretta, gli zaini iniziano a pesare dopo tre giorni, fortunatamente nel frattempo diminuiscono le scorte di cibo e l’acqua, e arriva così un po’ di sollievo per le spalle.

Anche questo tratto di sentiero è molto bello si inizia a vedere un po’ più di roccia, il bosco ormai è in basso, pian piano arriviamo in vetta al Capanne qui antenne a parte e impianti di risalita fermi, per il resto il panorama è a trecentosessanta gradi possiamo vedere tutto il profilo dell’isola. Da qui il nostro sguardo arriva alla corsica e addirittura alla sardegna con la catena del Gennargentu ancora imbiancata dalla neve.

Si vedono tutte le isole minori intorno all’Elba, il cielo è limpidissimo facciamo tantissime foto, c’è un vento pazzesco e intanto mi sale un po’ di preoccupazione per la ferrata che dobbiamo affrontare… abbiamo ancora zaini pesanti sulle spalle e in ferrata con questo vento… non mi fa stare tranquilla… non so che fare cosa pensare, però siamo qui… non c’è molto tempo per decidere, intanto Emanuela si sta preparando a volte avere meno esperienza forse ti fa vivere le cose con più tranquillità… ok mi dico ce la possiamo fare, dobbiamo solo stare molto attente a non perdere l’equilibrio, con calma senza fretta.

Ci siamo, partiamo il vento ci sbatte da una parte all’altra, la ferrata passa da un lato all’altro della cresta quindi anche il vento arriva a raffiche, abbiamo capito come muoverci e pian piano siamo fuori, evviva ce l’abbiamo fatta siamo felicissime, abbiamo proprio lo spirito dell’avventura e abbiamo dei sorrisoni stampati sul viso che parlano da soli!! Dopo 16 km e 900 mt di dislivello siamo a Serra ventosa e qui troviamo riparo dove avevamo programmato su carta di fermarci. Un ovile con dei muri a secco che ci ripareranno dal vento e dove passeremo la nostra ultima notte in tenda. Ci siamo gustate un tramonto meraviglioso stese sui nostri tappetini fino all’ultimo raggio di sole. che meraviglia altro campo altre chiacchiere chiuse nei nostri sacchi a pelo, ma quante cose ci siamo raccontate in questi tre giorni?! D’altronde questa cosa a noi donne ci viene benissimo!!!

Ci siamo quasi l’ultima tappa è tutta discesa, cosi all’indomani si smonta tutto con molta calma e si scende dirette a Patresi dove si conclude ufficialmente la traversata. Davanti al cartello di arrivo baci, abbracci, mille foto e non lo nascondo anche qualche lacrimuccia. Questa forse per me è la prima vera esperienza di una cosa fatta per me, da me, e che ho vissuto in modo completamente diverso dal passato. Sono felice di averla condivisa con Emanuela.  Questa avventura mi ha fatto crescere un pò e mi ha fatto ritrovare un po’ dell’autostima che avevo perso. Mi ha confermato che l’amicizia è una delle cose più belle che la vita ci dà. Mi ha fatto capire che volere è potere e che anche nella vita se si cade ci si rialza.

Da adesso l’isola d’Elba rimarrà per sempre nel mio cuore.

(01/04/2023 – 04/04/2023)